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Mi presento

Nella presentazione precedente su questo sito descrivevo nel dettaglio la mia vita personale e professionale.

Oggi, superati i 75 anni, sento il bisogno di parlare di me in modo molto differente. Siccome ritengo che questa presentazione debba servire a farmi conoscere dai lettori, credo che un breve capitolo non possa certamente assolvere questo compito. E magari, a tale scopo, può essere forse più utile leggere gli estratti o il testo intero dei miei libri e fascicoli, riportati nella sezione Le mie pubblicazioni. Da questi, infatti, traspare molto chiaramente il mio modo di concepire la vita e la psicoterapia nei suoi diversi aspetti.

Se però un lettore, per qualunque ragione, desiderasse conoscermi meglio mi farà piacere incontrarlo (ovviamente in modo gratuito) nel mio studio e, magari bevendo qualcosa insieme, condividere le nostre vite e cioè chi siamo e che cosa vorremmo diventare.

Scelgo di farmi conoscere solo in questo modo ancor più se lo scopo del mio interlocutore fosse quello di valutarmi come proprio eventuale terapeuta. Infatti ritengo che tale scelta debba essere fatta non tanto in base a ciò che "io faccio” (facile da descrivere in poche righe) ma in base a “chi io sono”, intuibile solo conoscendomi di persona.

Infatti, sulla base di una lunga esperienza, se oggi dovessi scegliere per me uno psicoterapeuta, cercherei di valutare anzitutto il suo grado di maturità

che, a sua volta, si manifesta nel:

  • la sua disponibilità ad ascoltare il paziente empaticamente e con reale interesse per la sua vita;

  • volergli bene dimostrandolo con una disponibilità a “esserci”, anche al di fuori del tempo di terapia se necessario;

  • l'essere “trasparente” e cioè esprimere con spontaneità le proprie emozioni (sempre con finalità terapeutica);

  • l'essere di natura ottimista, fiduciosa e accettante;

  • l'avere un carattere che contempli anche la “leggerezza” cioè la capacità di ridere, scherzare e giocare.

Queste caratteristiche sono infatti quelle che maggiormente incidono nel rapporto tra paziente e terapeuta, rapporto al quale attribuisco una grande importanza.

Al contrario darei poca importanza ai titoli accademici, all'età o al modo di fare terapia (cioè all'orientamento e alle tecniche terapeutiche utilizzate) dato che nessuno di questi fattori può offrire garanzie sulla maturità del terapeuta. Ma poiché oggigiorno esistono teorie e approcci psicologici che, soprattutto sotto il profilo delle metodologie, sono profondamente diversi, posso capire che per alcuni sia importante, prima di incontrarmi, conoscere almeno di massima il mio modo di concepire e di fare terapia.

Potrei cavarmela dicendo che il mio approccio deriva da un'integrazione personale (Biogestalt®) delle tre esperienze più profonde fatte su di me come paziente:

  • la Terapia della Gestalt;

  • l'Analisi Bioenergetica;

  • l'Art Therapy.

Anche questa curiosità può essere in buona parte soddisfatta leggendo i tre fascicoli Introduzione alla PsicoterapiaLa Biogestalt® e Durante la Psicoterapia dei quali il contenuto è riportato per intero sul sito.

Tuttavia, a beneficio di chi desiderasse sapere di più sul mio modo di fare terapia, mi fa piacere elencarne gli elementi caratterizzanti:

  • l'utilizzo trasparente del contro-transfert e cioè l'espressione, a fine terapeutico, delle emozioni e dei pensieri che mi derivano dallo “stato” e dai comportamenti del paziente;

  • operare costantemente nel “qui e ora”, invitando il paziente a esprimere, soprattutto con il corpo, le emozioni provate e che spesso vengono stimolate da opportune esperienze anziché solo da scambi verbali;

  • il maggior peso dato alla sperimentazione e all'espressione delle emozioni rispetto alla comprensione e all'interpretazione;

  • l'utilizzo frequente del corpo come strumento vitale di consapevolezza e di espressione;

  • la disponibilità a essere contattato anche al di fuori degli incontri di terapia;

  • l'importanza attribuita alla progressiva evoluzione del rapporto paziente-terapeuta, stimolata dal calore, dalla fiducia e dalla trasparenza.

Per quanto concerne l'alternativa fra la terapia di gruppo e quella individuale, la mia lunga esperienza di entrambe, sia come paziente sia come terapeuta, mi consente di affermare che ognuna di esse, utilizzata da sola, può dare buoni risultati. Tuttavia l'unione e l'integrazione di entrambe, soprattutto se effettuate nello stesso periodo, con lo stesso terapeuta e, se possibile, sempre con gli stessi partecipanti, garantisce un'efficacia incredibilmente superiore a quella di un utilizzo separato delle due. E quando dico efficacia intendo sia sul piano della minor durata che su quello della maggior profondità.

Non vorrei spingermi oltre nello scrivere di me terapeuta dato che ritengo sia di poca utilità per chi desideri conoscermi soprattutto come persona. Telefonatemi perciò, per incontrarci, passare un po' di tempo insieme e magari scherzare sul mondo un po' speciale della psicoterapia. Vi aspetto!

Milano, 21 luglio 2018

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