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  • Immagine del redattoreGuido Grossi

Non esistono strade



Nei pensieri e nelle riflessioni che ho scritto fino ad ora parlo spesso di “strada”, come di un percorso di vita che imbocchiamo nella speranza di raggiungere una meta desiderata. Ho spiegato più volte che l'atteggiamento di rimandare la felicità al raggiungimento di una meta è tipico delle persone per le quali il presente non è soddisfacente ma che, non avendo capacità e coraggio di trasformarlo, sono costrette a proiettare nel futuro il raggiungimento della felicità. 

Ho cercato cioè di dare un contributo alla negazione dei concetti di “futuro” e di “traguardo/meta”, così come vengono intesi in senso corrente. Aggiungo ora poche righe nelle quali desidero riflettere su un altro concetto corrente, legato ai due precedenti: quello di “strada/percorso”. 

“Non so quale strada scegliere...”, “Devo decidermi a imboccare una strada...”, “Dove mi porterà questa strada?” sono frasi usate frequentemente. In realtà la strada non esiste in quanto, nell'attimo che viviamo, esiste solo quell'attimo, collegato forse ad attimi passati, ma sicuramente non ad attimi futuri che esistono e hanno forma solo nella nostra fantasia. Pertanto, momento per momento, possiamo solo effettuare delle scelte che si collegano in parte a scelte passate, formando con loro non una strada ma solo il percorso fatto fino a quel momento e cioè solo una “storia”. 

Il concetto di strada come continuità che lega, nella nostra immaginazione, gli attimi passati e quelli presenti agli attimi che ipotizziamo di vivere in futuro, per arrivare alla meta, nasce senz'altro dal grande bisogno che tutti noi abbiamo di sicurezze e certezze. Infatti, non avere mete da raggiungere, vivere con totalità solo il presente e non poter trovare un senso che concateni i momenti della nostra vita è, per molti, difficilissimo da accettare. 

Il concetto di “scelta” è molto più evoluto di quello di “strada” in quanto, a differenza del primo, non ha alcun contenuto protettivo. La scelta, infatti, è un atto nel quale improvvisiamo il nostro presente, rischiamo e facciamo un salto nel buio per entrare in una situazione almeno parzialmente nuova. 

Poiché ci aiutano a crescere solo le azioni che comportano una certa dose di rischio psicologico, vi invito ad abbandonare ogni idea di “strada” per vivere in ogni istante

la meraviglia dell'improvvisazione, del rischio e del cambiamento.

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